BOLOGNA
Alla scoperta della città emiliana e dintorni.
Bologna la Dotta, la Grassa, la Rossa, la Turrita. La Dotta per l'università più antica del mondo occidentale, la Grassa perché si mangia bene, la Rossa per il colore dei tetti delle case e la Turrita per le centinaia di torri che svettano sulla città che offrono ai turisti l'opportunità di ammirare dall'alto un meraviglioso panorama e le più importanti sono, la Torre di Garisenda e la Torre degli Asinelli. Fra i simboli più importanti di Bologna spiccano i caratteristici portici, ovvero dei camminamenti coperti che uniscono strade, torri e palazzi. Fra i palazzi storici c'è solo l'imbarazzo della scelta tra cui: il Palazzo del Podestà, il Palazzo Re Enzo, il Palazzo d'Accursio e la Pinacoteca Nazionale.
Luoghi da visitare
La Torre degli Asinelli fu costruita nel 1119 e prende il nome da una famiglia bolognese del XII secolo. La Torre è alta 97 metri con 498 gradini, ma una volta in cima il panorama è mozzafiato tra il rosso reticolo di antiche strade medievali e le altre torri della città che sembrano spuntare come funghi dai rossi tetti di Bologna. La Torre Garisenda prende il nome dalla famiglia, i Garisenda, ed è alta 48 metri. Le funzioni di entrambe sono variate nel tempo: da fortilizi, a carceri, ad alloggi per soldati e servite poi da torri vedetta. Le due torri, gli Asinelli e la Garisenda, non sono e non erano le uniche torri presenti a Bologna. L'usanza delle città medievali era quella di munirsi di torri case-torri come simbolo di ricchezza e potere. In un arco di tempo compreso fra il XII e il XIII secolo si dice che in città erano presenti un centinaio di alte strutture. Oggi, ne sono rimaste solo 24 e le due sopra menzionate sono tra le più antiche, probabilmente le prime ad essere state costruite.
La Basilica di San Petronio fu predisposta dal Consiglio Generale dei Seicento e costruita nel 1390 sotto la direzione di Antonio di Vincenzo, a rendimento di grazia per la recuperata libertà. Fra gli avvenimenti di importanza storica emergono la coronazione di Carlo V e la IXa e Xa sessione del Concilio di Trento. Esiste un altro primato, ovvero la più grande meridiana in luogo chiuso al mondo tracciata sul pavimento. La basilica è composta da tre navate, di cui quella centrale decorata da Girolamo Rinaldi. Il tabernacolo dell'altare maggiore è opera dell'architetto Jacopo Barozzi da Vignola, il coro di legno è invece realizzato da Agostino de' Marchi, mentre i due organi dell'altare sono opera rispettivamente di Lorenzo e di Giacomo da Prato. Sono ventidue le cappelle che sorgono all'interno della basilica: nella settima cappella della navata sinistra, si trovano le spoglie di Elisa Bonaparte, mentre, nella quarta cappella è rappresentato l'affresco del Giudizio Universale.
Il Santuario della Madonna di S. Luca, fu costruito nel 1194, con stile barocco, testimoniato da forme e volumi dinamici e curvilinei alternati in continue sporgenze e rientranze. Il Santuario sorge sul Monte della Guardia grazie a Angelica Bonfantini, che donò il terreno ai Canonici di S. Maria di Reno per la costruzione di un monastero. Il portale d'ingresso è affiancato dalle statue di San Luca e di San Marco, eseguite nel 1716 da Bernardino Cametti. All'interno è possibile ammirare: La Madonna del Rosario di Guido Reni, una versione del Cristo che appare alla Madre del Guercino e l'immagine della Madonna con Bambino. Tra il 1674 e il 1732 si costruì il portico, progettato da Gian Giacomo Monti, che si estende dalla chiesa fino a porta Saragozza, coperto da 666 archi e 15 cappelle e pare essere il portico più lungo al mondo. Esso è punteggiato di lapidi ed epigrafi commemorative di varie epoche, con fine devozionale oppure ad espressione di gratitudine per donazioni.
Il Palazzo Re Enzo, denominato "Palazzo Nuovo" per distinguerlo dal Palazzo del Podestà, viene costruito nel 1246, come ampliamento degli edifici comunali. Appena tre anni più tardi diviene la residenza del re prigioniero della battaglia di Fossalta: Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II che vi trascorre i successivi ventitrè anni fino alla morte nel 1272. Al piano terreno erano conservate le macchine da guerra dell'esercito e il Carroccio, al primo piano, si tenevano le sedute dei consigli popolari, mentre, nella Sala del Trecento, realizzata da Antonio di Vincenzo, viene adibita ad archivio comunale. L'ultimo piano subì una vasta opera di ristrutturazione ad opera di G. G. Dotti. Consistenti oltre furono i restauri condotti da Alfonso Rubbiani che ripristinò l'aspetto gotico dell'edificio. Ricostruì: le merlature, le arcate del pianterreno e la scala quattrocentesca. Sulla destra del palazzo è situata la cappella di S. Maria dei Carcerati cui si recavano i condannati a morte.
Il Palazzo Podestà, fu la prima sede del governo cittadino esercitato appunto dal Podestà e dai suoi giudici e ufficiali. Al piano nobile l'ampio salone del podestà fu utilizzato come teatro pubblico tra XVI e XVIII secolo. La sala utilizzata per il gioco del pallone fu affrescata nel primo decennio del XX secolo da Adolfo De Carolis e allievi con episodi celebri della storia di Bologna. Sotto le volte del portico e tutt'intorno si succedevano le animate botteghe di merciai, fruttivendoli e artigiani, mentre sotto le scale di accesso al primo piano i notai stipulavano atti e contratti. La torre campanaria fu realizzata 1259 da Alberto di S. Pietro e veniva utilizzata, per chiamare a raccolta i cittadini in caso di eventi straordinari. I quattro pilastri angolari che sostengono la torre formano una volta a crociera detto 'Voltone del Podestà' in cui nel 1525 furono poste le statue in terracotta dei santi protettori della città plasmate da Alfonso Lombardi: S. Petronio, S. Procolo, S. Domenico e S. Francesco.
La Pinacoteca fu eretta nella seconda metà del 1600 per accogliere i giovani desiderosi di entrare nella Compagnia di Gesù. Oltre alla Pinacoteca, il palazzo ospita: l'Accademia di Belle Arti e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico, fondendo così esposizione, conservazione e studio del patrimonio storico culturale. Grazie a molte acquisizioni, la Pinacoteca si arricchisce di opere eseguite per laici e patrizi, divenendo una delle più preziose raccolte d'arte europee. L'esposizione delle sue opere si articolano, in sezioni suddivise storicamente per scuole e l'itinerario ripercorre le opere di autori risalenti: al XIII e XIV secolo, al Rinascimento, al Manierismo, all'Età Barocca. Totalmente rinnovata nel 1997, la Pinacoteca presenta ora, oltre alle 30 sale espositive: le Sale delle Belle Arti e locali attrezzati e allestiti nel piano interrato, grazie ai quali l'edificio accoglie mostre temporanee di medio e grande respiro, attività didattiche, seminari e convegni.
La Salaborsa inaugurata nel 2001, è uno spazio culturale e multimediale all'interno di Palazzo d'Accursio. Gli scavi archeologici intrapresi nel corso dei lavori dell'attuale sistemazione di Salaborsa testimoniano, che il luogo è stato per sette secoli il baricentro della vita pubblica cittadina: con la presenza di edifici pubblici e religiosi, dal possente parametro murario della cisterna rinascimentale del Terribilia, ai basolati e alle fondazioni della basilica romana, passando per il muro di cinta della casa a torre medioevale e la vasca a stella. La contemporaneità, l'intercultura e la multimedialità sono gli elementi costitutivi della missione di Salaborsa, biblioteca multimediale di informazione generale. Qui, tutti possono non solo prendere in prestito libri, ebook, dvd, cd, connettersi alla wifi gratuita Iperbole Wireless, leggere quotidiani e riviste, ma anche partecipare a iniziative come gruppi di lettura, incontri con autori, laboratori creativi per i più piccoli.
Il Teatro Comunale fu costruito nel 1756 da Antonio Galli da Bibbiena. Il progetto originale del Bibiena, viene ridimensionato per ragioni economiche, infatti, numerose furono le rielaborazioni del progetto. Nel corso del tempo il teatro subì la ristrutturazione: dei camerini, del palcoscenico e dell'apparato teatrale condotto nel 1820 dall'architetto comunale Giuseppe Tubertini. Nel settimo decennio dello stesso secolo il soffitto della platea venne ridipinto da Luigi Busi e da Luigi Samoggia mentre Coriolano Monti si occupò del rifacimento della facciata posteriore. Quella principale viene completata solo nel 1936 da Umberto Ricci dopo che, pochi anni prima un incendio aveva distrutto il palcoscenico e il sipario di N. Angiolini. Il teatro è un ente autonomo ed è dotato, oltre ai normali servizi, di un archivio storico, di una biblioteca, di una sala per coristi e di una per le prove dell'orchestra. L'inaugurazione avvenne nel 1763 con l'opera inedita "Il Trionfo di Clelià di Metastasio".
Il Museo Civico Archeologico è tra le più importanti raccolte archeologiche italiane, ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani. Alla metà del 1300 il quartiere era un polo di cura che vedeva la presenza degli Studi di Medicina, dei ricoveri di S. Maria della Vita e dell'Ospedale di S. Maria della Morte. La struttura originale del Museo è sorta ad opera della Confraternita dei Battuti Bianchi dedita all'assistenza dei carcerati e dei condannati a morte. Inaugurato nel settembre 1881, nasce dalla fusione di due musei: il museo Universitario dell'Accademia delle Scienze e il museo Comunale, arricchitosi della collezione del pittore Pelagio Palagi e di numerosissimi reperti provenienti dagli scavi di Bologna e del suo territorio. Del Museo fanno parte le collezioni dell'Antico Regno fino all'Epoca Tolemaica passando: dall'epoca Preistorica, Etrusca, Greca, Romana, Numismatica a quelle Egizie provenienti dalle Collezioni di Ulisse Aldrovandi e Ferdinando Cospi.